19 Giugno 2020

Da quest’assemblea si parte

Si è tenuta ieri sera, come annunciata anche da questa pagina nei giorni scorsi, la prima assemblea sindacale online dei lavoratori delle farmacie organizzata dalla Filcams CGIL nazionale per fare il punto sulla situazione dei rinnovi contrattuali e della gestione della sicurezza sul lavoro durante i mesi scorsi di emergenza Covid-19.
La partecipazione era possibile attraverso Zoom, ma le preiscrizioni avevano ampiamente superato i 500 posti di capienza della piattaforma, quindi era stata organizzata anche la possibilità di seguirla in diretta attraverso Youtube.
In video hanno portato il loro contributo alla discussione i funzionari e dirigenti della Filcams che seguono più da vicino il nostro settore, a livello nazionale e in alcune grandi città, molti dei quali provenienti dalle farmacie. La serata è stata moderata da Roberta Manieri, responsabile comunicazione della struttura sindacale nazionale.
Ha aperto l’assemblea la relazione di Federico Antonelli della Filcams nazionale, che ha illustrato nei dettagli lo stato della trattativa, le pesanti richieste di Federfarma e le limitate disponibilità dichiarate riguardo al costo del rinnovo, riportando alla platea anche le difficoltà che ci sono state riguardo alla proposta di condividere un Protocollo anti Covid di settore, fatta dalle organizzazioni sindacali a Federfarma senza poi raccogliere disponibilità concrete.
Benedetta Mariani, la responsabile della nostra redazione, ha illustrato il sito farmacie.blog, strumento interattivo di comunicazione nelle due direzioni tra lavoratori e struttura sindacale Filcams, col fine di superare la confusione di voci e organizzare un’azione coordinata attraverso una forte rappresentanza collettiva. Dopo sette anni dalla scadenza del contratto, è evidente la necessità di non disperdere gli sforzi se vogliamo ottenere un rinnovo che dia i giusti riconoscimenti alle professionalità. Per contare, #farmacistiorganizziamoci
Chiara Liberati della segreteria della Filcams Firenze ha poi raccontato il lavoro fatto in questi mesi sul territorio, nelle municipalizzate dove ci sono i delegati sindacali e gli RLS e nelle farmacie private dove è stata necessaria l’assunzione diretta di responsabilità da parte della struttura sindacale nel denunciare le condizioni in cui si lavorava in farmacia in quei mesi (attraverso diversi articoli usciti sulla stampa locale, uno dei quali il primo maggio, anche riguardo alla distribuzione delle mascherine gratuite per conto della Regione Toscana, che tanto stress ha aggiunto a una situazione già difficile in sè) e poi costruire un’ interlocuzione su salute e sicurezza con Federfarma provinciale e poi regionale.
“Il sindacato è uno strumento collettivo a vostra disposizione, che deve essere agito anche dalle lavoratrici e dai lavoratori per poter migliorare le condizioni di tutti”, è stato detto in entrambi questi interventi.
Successivamente un articolato contributo è venuto dalla Filcams Milano e Lombardia, prima con Lorenzo Masili che ha raccontato la richiesta di standard minimi di sicurezza in tutte le farmacie durante il Covid, anche coinvolgendo i sindaci come autorità sanitarie, e la sua chat di coordinamento con centinaia di farmacisti che lavorano nell’area metropolitana milanese, poi con la testimonianza di Maurizio Fantoni, delegato CGIL nelle farmacie ex municipalizzate gestite da Admenta, col contratto Federfarma e una multinazionale come controparte, e un contributo sulla contrattazione integrativa territoriale e del welfare portato da Antonella Protopapa, farmacista ma anche Segretaria Generale di Filcams Lombardia.
Gino Viero, della Filcams Roma e Lazio, ha raccontato la tutela individuale invitando alla buona abitudine di farsi controllare le buste paga dagli uffici sindacali e informarsi sui diritti che spettano, magari non da contratto nazionale ma di legge, e che non si possono esercitare se non si è correttamente informati. E tanti professionisti informati sui propri diritti e decisi a farseli riconoscere sarebbero una platea più ostica per quei titolari abituati a esercitare discrezionalità indebite.
Tante, quasi un centinaio, le domande ai relatori pervenute dalla numerosa platea, ad alcune è stato risposto nello spazio al termine di ogni intervento, mentre è stato preso l’impegno a rispondere anche alle altre, magari raggruppate per temi, nei prossimi giorni anche tramite questo blog. Numerose le sollecitazioni riguardo a ENPAF, e non poche riguardo all’ipotesi di proclamare uno sciopero dei collaboratori di farmacia per ottenere il rinnovo.
“Non voglio fare le conclusioni di quest’assemblea, perchè per noi è un nuovo punto di partenza. La nostra cassetta degli attrezzi comprende tutti gli strumenti di mobilitazione, anche lo sciopero, ma fa parte di un percorso. Non vogliamo eroi, ma professionisti che siano riconosciuti nelle loro competenze: ed è il contratto lo strumento per migliorare le condizioni di lavoro della categoria e ottenere questo riconoscimento”, ha chiuso la serata Danilo Lelli, responsabile sindacale del settore, annunciando altre iniziative di questo tipo e appena possibile una manifestazione di camici bianchi e caducei sotto al Ministero della Sanità, per sostenere la richiesta di sostegno alla trattativa contrattuale fatta dai sindacati al Ministro Speranza poco prima che scoppiasse l’emergenza Covid.
A presto!

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64 commenti

  • Sergio says:

    Primo di novembre e ancora nulla.
    Continuano a sprecarsi parole su parole, dichiarazioni e promesse e poi sistematicamente il nulla. L’anno prossimo saranno 9 anni che il ccnl non viene rinnovato.. a parte le assemblee online i sindacati hanno o no il coraggio di chiamare al tavolo Federfarma per rinnovare il ccnl?
    Parlate tanto delle petizioni, nel frattempo il “Comitato no Enpaf” dopo molto impegno anche online è riuscito a farsi ricevere a Monte Citorio dall’onorevole Chiara Gribaudo, vice presidente del Gruppo PD alla Camera dei Deputati, che ha sottolineato che a breve farà una proposta di legge riguardo alla questione Enpaf come da richiesta del comitato.
    Pochi giorni fa la petizione riguardo al rinnovo del CCNL organizzata dal “Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori” è stata depositata all’ Ufficio Atti del Senato e successivamente verrà discussa anche dalla Camera.
    Purtroppo come diceva un detto chi fa da sè..
    ..voi se ci siete battete un colpo

    • redazioneblog says:

      A breve faranno …. verrà discussa … oh, speriamo.
      Per Enpaf può avere un senso cercare ascolto in parlamento, visto che per togliere a noi collaboratori il peso della contribuzione obbligatoria alla cassa professionale serve una modifica di legge, congratulazioni ai colleghi che sono riusciti a trovare ascolto nella vicecapogruppo di un partito di maggioranza, e speriamo che il Parlamento si impegni davvero nel modificare la legge e in generale il sistema delle casse professionali. Noi come Filcams e come Fiafant avevamo già espresso le nostre posizioni al tavolo ENPAF di qualche anno fa con tutte le rappresentanze della professione, che poi non portò a niente. Il primo problema da risolvere secondo noi era quello del limite alla riduzione del contributo se disoccupati per più di cinque anni in carriera, che continuiamo a considerare prioritario e che non necessiterebbe di modifiche alla legge. Su quelle allora non c’era possibilità di avere ascolto dalla politica.
      Sul contratto invece secondo noi tocca smuovere le posizioni di Federfarma per rinnovarlo, non altri. Presentare una petizione, anche se in parlamento, su questo argomento non puoi presentarcelo come un risultato. Noi stiamo organizzando un’altra assemblea online, un’iniziativa unitaria con gli altri sindacati (Fisascat e Uiltucs), mentre nel quotidiano siamo di nuovo ad occuparci di misure di sicurezza sul lavoro nelle farmacie, visto il nuovo DPCM di pochi giorni fa, la situazione epidemiologica, e il proposito di alcune regioni di farci fare test sierologici e forse anche tamponi in farmacia. Secondo noi la farmacia come gli studi medici non ha la struttura e i Protocolli di sicurezza per fare i tamponi senza mettere a rischio lavoratori e utenti, e questo progetto ci preoccupa molto.

      • Sergio says:

        Si ma non ridicolizzare i messaggi che vi arrivano, perché fidati che fai una figura anche peggiore. Un sindacato che se la prende con le critiche della base.
        Si “faranno”, perché magari non lo sai, ma prima che una proposta diventi legge, seguendo l iter legislativo italiano sicuramente passerà un bel po’ di tempo. Sempre meglio di chi sta qua ad usare il suo tempo a scrivere le risposte sarcastiche ai commenti.
        Ehh si congratulazioni, vi ringraziano anche loro.
        Ma fammi capire, cioè il vostro primo problema era il limite alla contribuzione dei disoccupati?.. non che il CCNL è scaduto da 8 anni.. mammamia come stiam messi.. siamo in buone mani

        • redazioneblog says:

          Al tavolo Enpaf di qualche anno fa il problema urgente erano i disoccupati. L’enpaf col rinnovo del contratto non c’entra niente.

          • alessandra says:

            “A breve faranno …. verrà discussa … oh, speriamo.”

            Oh un po’ di ottimismo, no?
            Intanto sono dei segnali, dei fatti concreti.
            Il farmacista si sta cominciando a svegliare dal torpore in cui è stato in tutti questi anni.
            Se le iniziative ci sono, i farmacisti a poco a poco partecipano perché l’insoddisfazione nella categoria aumenta sempre di più.
            Enpaf e il CCNL sono alla base di questa insoddisfazione.
            Nella conferenza online di giugno è stato detto chiaramente da Danilo Lelli che il sindacato non può risolvere il problema Enpaf e ne abbiamo preso atto….non rimane che una cosa allora di cui in sindacato può occuparsi…

    • Andrea says:

      Complimenti davvero al Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori per la petizione fatta. Più volte avevo invitato chi gestisce questo sito a fare una petizione del genere, invano.

  • Patrizia says:

    Buonasera. Sono molto stanca di sentire il ministro Speranza, i presidenti di regione e Federfarma proclamare la farmacia come luogo deputato all’esecuzione di test, tamponi e vaccini. Certo a Federfarma conviene questa situazione di emergenza dove il contenitore farmacia continua ad essere riempito di servizi, clienti e soldi. Non credo che né Bonaccini ( io lavoro in Emilia Romagna) né il ministro sappiano che siamo noi dipendenti a consentire lo svolgimento di tutti questi servizi. Questo è il momento migliore per ricordarlo e ribadire a tutti che ci serve urgentemente il rinnovo del nostro contratto. In questo momento la parola “farmacia” è su tutti i giornali, sul Televideo, se ne parla in tutte le trasmissioni televisive…
    Dovremmo ricordare che per questi nuovi servizi si arricchisce solo il titolare mentre noi mettiamo a rischio la nostra salute ” a gratis ” come si dice da noi
    Facciamoci sentire ora!!

  • Paola says:

    Io sono d’accordo anche con una manifestazione a Roma, però non sarebbe male pensare anche ad una manifestazione in loco, per esempio davanti al proprio ordine dei farmacisti.
    Scrivo questo perché, se per colpa di un eventuale lockdown, non si riuscisse a portare a termine la nostra manifestazione a Roma, bisogna ripartire da capo con le nostre chat e passano altri mesi.

    • redazioneblog says:

      Ad oggi le manifestazioni si possono fare, Paola, con le mascherine e rispettando il distanziamento. Se cambiasse la situazione, vedremo, ma l’Ordine non è parte in causa nella contrattazione. Semmai davanti alle Federfarma provinciali

      • Paola says:

        Ok.
        Un’altra domanda: se optiamo per la manifestazione a Roma, non sarà una giornata di sciopero ma occorrerà prendere un giorno di ferie, giusto?

  • alessandra says:

    Buongiorno,
    oggi è il 25 settembre….sono passati tre mesi dall’assemblea on line dalla quale si “doveva ripartire”.
    Ci sono novità? Programmi?
    Grazie

    • redazioneblog says:

      Ciao Alessandra.
      Sì, ci sono un paio di cose importanti in preparazione che danno seguito a quanto detto all’assemblea di metà giugno. Appena ufficializzate le date, le pubblicizzeremo anche da qui

  • Paola says:

    Io nel frattempo sto cercando di far rispettare il contratto attuale facendo pressioni su cose che non mi tornano. Dopo anni ho scoperto che la festività del patrono alcuni anni mi è stata pagata ed alcuni anni no. La titolare non mi sa spiegare il perché.
    E’ possibile recuperare questo credito?

  • Carla says:

    Ad oggi 21 settembre non è stato fatto ancora nulla di concreto da parte dei sindacati, mi sembra che siano solo parole, sempre le stesse e sempre vacue. Ogni tanto leggo questo blog per rimanere infinitamente delusa.

  • Roberta says:

    Buonasera, ogni giorno si parla di nuove mansioni da affidare al farmacista collaboratore. Quando si raggiungerà concretamente il rinnovo? Ho letto che è stato “finalmente” rinnovato il contratto scaduto nel 2016 di colf e badanti. Il nostro? Possibile che vengano rinnovati tutti i contratti tranne il nostro?

  • Paola says:

    Io vorrei tanto incominciare a protestare anche da sola; proprio perché il titolare non ha scrupoli a segnare giorni di ferie a caso ai propri dipendenti, senza faglieli consumare, tanto per dirne una! Perché dovrei vergognarmi io a far sapere a tutti quelli che entrano in farmacia che il mio contratto è scaduto da anni e anni?
    Se stampassi dietro il mio camice il testo del volantino?
    Lavorare in farmacia con il testo del volantino stampato sul retro del mio camice, è lecito? Lo potrei fare?
    Nel periodo di Natale abbiamo lavorato con i cappelli di Babbo Natale e le corna da renna!

  • Michela says:

    Buongiorno.
    Anch’io, come Andrea e come Silvia, vorrei capire che cosa si intenda fare col Ministro Speranza.
    In altri modi risultati non ne sono stati raggiunti e penso che non ci ricapiterà facilmente un Ministro della Sanità con la sua storia e sensibilità politica.
    Vorrei sapere se è stata rinnovata la richiesta di incontro, che mi pare fosse stata inviata dal Sindacato, e per quale motivo non si dia corso alla petizione proposta da Andrea.
    Grazie.

    • redazioneblog says:

      Ciao Michela. Come annunciato già all’assemblea online del 18 giugno, vorremmo organizzare una manifestazione per sollecitare l’interesse del Ministro riguardo a questo rinnovo contrattuale. Non diamo corso alla petizione proposta da Andrea perchè non la condividiamo, è un’idea molto poco sindacale la petizione online, la partecipazione dei lavoratori di un settore alla battaglia per ottenere il rinnovo del proprio contratto si esplicita in maniere un po’ più impegnative di una firma, sennò serve a poco. Nessuno dei partecipanti all’assemblea e dei nostri iscritti sostiene l’idea della petizione, e queste decisioni si prendono a maggioranza nelle sedi democratiche.
      Comunque ne faremo un’altra nelle prossime settimane, di assemblee online

      • Michela says:

        Buongiorno.
        Temo che anche una manifestazione possa servire a poco, se risultasse poco partecipata, a causa degli orari e turni di lavoro dei farmacisti. E’ già avvenuto in passato, se non erro.
        Il concetto di idea “molto poco sindacale” mi sconcerta un po’; un’idea può essere buona oppure no, efficace oppure no, e lo si verifica se si tenta, non escludendola a priori, soprattutto dopo 7 anni di tentativi falliti.
        Scusate, non ho capito la risposta: è stata rinnovata la richiesta di incontro al Ministro Speranza?

        • redazioneblog says:

          In effetti ci pare che tu non abbia capito la risposta, Michela, ma riguardo alla petizione: le iniziative da fare si decidono a maggioranza.

          • Michela says:

            Buonasera. Non ho capito la risposta circa il rinnovo della richiesta al Ministro Speranza perché, in due scritti, non è stata data. Deduco che non sia stata rinnovata. Mi sembra che il Sindacato preferisca chiamare i lavoratori ad uno sciopero che rischia di essere fallimentare (molti farmacisti e farmaciste non possono farlo, perché rischiano posto o orario di lavoro o di essere sottoposti/e a ritorsioni pesanti), piuttosto che chiedere aiuto al Ministro. Più che di maggioranza, appare una questione di ruolo.

          • redazioneblog says:

            Ti sembrano un sacco di cose, e altrettante ne deduci, come fai sempre. Sul piano del reale invece il sindacato NON sta chiamando i lavoratori a uno sciopero, e per sollecitare l’interessamento ministeriale vuole organizzare una manifestazione.

          • Benedetta says:

            Ciao Michela
            La manifestazione sotto al Ministero per sollecitarne l’interesse a questa vertenza non è sinonimo di sciopero, ma vale come rinnovo della richiesta, che è l’unica cosa che sembra interessarti.
            In generale comunque tutti i lavoratori che scioperano si espongono e rischiano, non esistono datori di lavoro che vengano a farti i complimenti, dopo. Non vale solo per chi lavora in farmacia privata ma per tutti. Ma l’unione fa la forza, e i numeri proteggono. Chi non si espone mai, è inutile che si lamenti. All’assemblea online di giugno molti colleghi dalla platea proponevano lo sciopero. La frustrazione è ormai tale che in tanti lo farebbero, pur rischiando qualcosa. Se non lo faresti tu, non è detto che valga per gli altri colleghi. Se leggi anche tra i commenti qui, ce ne sono che lo propongono.
            Compito della Filcams fare sintesi e trovare percorsi praticabili, condivisi dalla maggioranza dei lavoratori coinvolti.

  • Silvia says:

    Buon pomeriggio a tutti, quando organizzate un’ altra assemblea on line per poter discutere il da farsi con il ministro Speranza? Grazie

  • Andrea says:

    Luca, è Speranza che può fare pressione sui titolari. perché rappresenta lo Stato che gli rimborsa la mutua e che gli dà l’assurdo privilegio di passarsi in eredità una concessione pubblica. Non ho scritto di fare una petizione al Gabibbo, ho scritto di farla al Ministro della salute. Guarda cosa ha scritto la stessa redazione del blog il 20 giugno. Leggiti anche le ultime 6 righe scritte da Michele il 9 luglio, io sono perfettamente d’accordo con lui. Comunque è chiaro: non volete fare la petizione, non spiegate il perché, volete piuttosto fare uno sciopero, non spiegate perché dovrebbe funzionare pur essendo probabile che fallisca per i vari motivi ripetuti fino alla noia.
    Grazie dell’attenzione, per me basta così.

    • redazioneblog says:

      Andrea, ci pare che tu equivochi di proposito parecchie cose. Pazienza.

    • Paola says:

      Andrea, non scrivere “basta così” sennò “Federfarma gongola”. Troviamo una soluzione confrontandoci. Secondo me non è solo Speranza che può far pressione sui titolari. Noi dipendenti possiamo fare le nostre pressioni lo stesso: la mia proposta, scritta il 23 luglio, non l’ha letta nessuno? Scrivimi un commento per favore.

      • Andrea says:

        Ciao Paola, avevo letto il tuo intervento e la tua proposta già in luglio. In realtà mettersi davanti alla propria farmacia nei pomeriggi liberi mi sembra un’iniziativa ancora più difficile che fare uno sciopero. Nella farmacia dove lavoro da anni, il titolare è una persona che cerca nei limiti del possibile di accontentare i dipendenti e lascia esprimere liberamente le proprie opinioni, eppure mi troverei in imbarazzo a fare ciò che proponi, e i miei colleghi ancora di più. Immagino nelle altre farmacie, dove il titolare è… un titolare normale! Ammiro comunque il tuo coraggio e hai tutta la mia stima. La frase “basta così” è riferita al fatto che quando uno si rende conto di ripetere qualcosa di evidente a qualcuno che non vuole capirlo, a un certo punto smette per il bene di tutti e pensa di rivolgersi a qualcun’altro. In bocca al lupo a te, comunque!

        • redazioneblog says:

          Andrea, Paola, una pagina sindacale come questa o un’assemblea online sono luoghi di confronto anche su cosa fare rispetto alle situazioni che ci riguardano tutti. Ci sono sempre sensibilità, situazioni e punti di vista diversi di cui tenere conto e tra cui fare sintesi percorribili, e va bene così

  • Andrea says:

    Sono arrivati i 90 euro circa derivanti dalla diminuzione delle tasse per i dipendenti. Ce li dà, tanto per cambiare, il governo, certamente non Federfarma. Aspetto comunque che Cossolo dica che un aumento c’è stato e quindi è di cattivo gusto finanche parlare di rinnovare il nostro lauto contratto in questo momento di grande difficoltà per i titolari(!!!). Intanto dopo due mesi dall’assemblea noi continuiamo a gingillarci con l’idea dello sciopero (con tutte le legittime perplessità) e con l’idea, altrettanto difficile da realizzare, di una manifestazione a Roma. Evidente che sarebbe molto più realizzabile la petizione a Speranza (molto più accessibile fare una firma che fare un viaggio a Roma, tanto più se si lavora il sabato e in molti casi, anche alla domenica). Per motivi misteriosi questa proposta non mi sembra venga considerata dal sindacato, sebbene sia stata citata da vari interventi.

    • redazioneblog says:

      Scusa la precisazione, ma i 90 euro li ha dati il Governo dopo che li ha contrattati con CGIL CISL e UIL, che da tempo chiedevano per tutti i lavoratori dipendenti la riduzione della tassazione sui redditi da lavoro (il cosiddetto cuneo fiscale), tema presente anche in mobilitazioni di piazza promosse dai sindacati nei mesi precedenti all’emergenza COVID. Le manifestazioni sono più difficili da costruire delle petizioni online, ma anche più concretamente efficaci: ciò che richiede uno sforzo dimostra interesse e coinvolgimento, e presenza.
      Il documento sullo stato dei nostri rinnovi contrattuali è stato inviato al Ministro mesi fa. Non basta.
      Se ci porti un solo caso di contratto nazionale di cui sia stato ottenuto il rinnovo grazie a una petizione, lo analizzeremo con la massima serietà.

      • Andrea says:

        Precisazione non necessaria e fuori tema, io ho sottolineato che i soldi non arrivano dai titolari. Il fatto poi che non siano mai state fatte petizioni non vuol dire che non funzionino, ovviamente. Invece ci sono stati molti scioperi dei farmacisti che non sono stati partecipati e non hanno portato a niente. Prendo atto che voi volete continuare con una strada vecchia che non funziona piuttosto che provarne una nuova.

        • redazioneblog says:

          Scusa sai, Andrea, ma a noi piace sottolineare che il sindacato ai lavoratori serve, e la mobilitazione pure. Il Governo non è Babbo Natale, anche con un Governo si contratta, ci si mobilita e si possono ottenere o non ottenere cose a vantaggio dei lavoratori che rappresentiamo. Continueremo a chiedere il rinnovo a Federfarma e agli altri sindacati di datori di lavoro che da troppo tempo non li vogliono concludere, ma intanto questi 90 euro li abbiamo portati nelle buste paga di tutti. Ti sembrerà non necessario e fuori tema anche questo, ma la CGIL chiede anche di detassare gli incrementi di retribuzione dei rinnovi contrattuali, semmai.

        • Benedetta says:

          Molti scioperi dei farmacisti? o quando? Nell’ultimo decennio nelle farmacie private ne è stato proclamato uno.
          Forse li hai visti nelle farmacie municipalizzate, ma quelli erano partecipati, anche coi camici a manifestare davanti alle farmacie o alle sedi aziendali o ai comuni, tre volte in un anno e alla fine il rinnovo contrattuale. Quindi nè poco partecipati, nè non utili.

          • Luca says:

            Bah. Le petizioni da quel che si vede in giro online sembrano a tanti colleghi la via maestra per ottenere qualcosa dalla politica, per esempio modifiche a leggi. Massimo impegno richiesto una firma, massimo risultato ottenuto per ora con migliaia di firme qualche comunicato stampa, con l’auspicio di risolvere i problemi presentati ma zero impegni concreti, zero tabelle di marcia. Come dire che il rapporto costo/beneficio delle petizioni è in corso di verifica, e ad oggi l’ efficacia effettiva pare un po’ bassa.
            Gli stipendi comunque ce li devono pagare i titolari, non il Ministro, mica può rinnovarci il contratto al loro posto. Bah… io all’utilità delle petizioni su questo ci credo poco. Se anche mia cugina firma che mi devono rinnovare il contratto, credo che Cossolo non abbia tanta paura di mia cugina

  • Paola says:

    Buongiorno a tutti.
    Io sono una farmacista che durante l’assemblea del 18 giugno ha scritto di essere disposta a scioperare. Ovviamente deve essere l’ultima carta da giocare. Perché deve essere la carta vincente.
    Però vorrei confrontarmi con i miei colleghi/e su un’altra proposta: manifestare il nostro malcontento stando davanti alla propria farmacia con il camice bianco e con il volantino che era stato stampato mesi fa(…lo sapete che il ccnl è scaduto dal 2013/2015…ecc).
    Potrebbe lo stesso sensibilizzare il ministro Speranza senza doversi recare a Roma. Io, per esempio, che ho tre pomeriggi liberi a settimana, ne potrei fare almeno 2 pomeriggi ogni settimana.
    Su tutto il territorio nazionale può darsi che all’ inizio saremo una decina ma poi Se nei mesi la partecipazione cresce….Io credo, insomma, che se noi dipendenti scendiamo in campo, se alziamo la voce in qualche modo, i nostri sindacati durante la trattativa con Federfarma avranno più potere a battere i pugni sul tavolo!
    Ciao a tutti
    Paola

  • Michele says:

    Lo sciopero sarebbe un’arma certamente efficace, se fosse:
    1) Adeguatamente partecipato
    (il 30/40% dei dipendenti sarebbe un colpaccio),
    2) effettivo e sufficientemente protratto nel tempo
    (cioè non due ore di sciopero bianco il mercoledi mattina ma due giorni pieni di manifestazioni a Roma)
    3) reiterabile in tempi brevi.

    Uno sciopero di questo tipo sarebbe efficace.

    Ma ora, obiettivamente, quante possibilità abbiamo di realizzare uno sciopero con queste caratteristiche?
    Secondo me poche, per i motivi ampiamente ripetuti.

    Quindi? Se non riusciamo a fare uno sciopero efficace? E’ colpa nostra che siamo dei pusillanimi inadatti alla lotta e quindi meritiamo giustamente di soccombere?

    La contrattazione tra iscritti allo stesso Ordine deve necessariamente estrinsecarsi in strappi, prove di forza?

    Abbiamo accettato che nella nostra professione i diritti sindacali minimi, come un rinnovo contrattuale, non siano già acquisiti ma premi in palio da conquistare ogni volta e riservati a chi è “coraggioso” e combattivo?

    No, certo, non spero mica nella magnanimità di federfarma a fronte della nostra inerzia.
    Sto solo dicendo che gli ultimi nostri 40/50 anni dimostrano che l’arma inequivocabilmente efficace, lo sciopero vero, non è nelle nostre corde e continuare a sbandierarlo come -unica- arma efficace significa lavarsene un po’ le mani. Si, lavarsene le mani e buttarla in calcio d’angolo, e avere un alibi per pensare:
    noi-sappiamo-cosa-bisogna-fare-ma-voi-non-avete-il-coraggio-di-farlo-dunque-colpa-vostra(che oltre a non pagare la quota non ci mettete manco la faccia).

    E federfarma gongola.

    • redazioneblog says:

      Michele ma c’eri all’assemblea online? Ma quando hai sentito ragionamenti del genere? Lo sciopero è una proposta portata avanti da alcuni colleghi che evidentemente sarebbero disposti a farlo, non la principale nè tantomeno l’unica proposta sindacale. Solo uno degli strumenti praticabili se condiviso.
      Al di là di questo, anche tra iscritti allo stesso ordine ci sono interessi divergenti nella trattativa contrattuale tra sindacati dei datori di lavoro e dei lavoratori dipendenti: Federfarma vorrebbe dare meno possibile e chiede molto. E non rinnovare il contratto per sette anni senza aprire la trattativa per quasi cinque è una prova di forza da parte loro. Sarà inelegante ma lo trovano conveniente.
      Non si tratta di pagare quote, le iscrizioni sindacali determinano rapporti di forza ai tavoli. E i rapporti di forza sono determinanti nell’esito delle trattative. Il sindacato fa rappresentanza organizzata, non preghiere in nome di buone volontà inesistenti. Il “rinnovo perchè ce lo meritiamo” è una favola.
      Non la buttare tu in calcio d’angolo: Federfarma gongola sui rapporti di forza. E dentro l’Ordine pure, se è per questo: i collaboratori (che sono più del triplo dei titolari) non vanno a votare, e i titolari si tengono la dirigenza ordinistica.

      • Michele says:

        Dunque, Voi scrivete:
        “Non si tratta di pagare quote, le iscrizioni sindacali determinano rapporti di forza ai tavoli. E i rapporti di forza sono
        -determinanti- nell’esito delle trattative”.

        Io rispondo che, purtroppo, non credo che il numero di iscritti sia, letteralmente, “determinante” ovvero non penso che sia sufficiente essere numericamente in superiorita’ per ottenere ciò che si vuole ottenere.
        Certo può essere utile.

        Per quanto riguarda la dirigenza ordinistica, essa non influisce sulla trattativa CCNL. Su altro che ci riguardi, si, ma non sul rinnovo contratto, almeno ufficialmente…

        Il mio intervento non è volto né ad accusare né a dare lezioncine (le due cose più facili del mondo), mira a evidenziare che il miraggio dello sciopero roboante, organizzato da chissachí e con quali modalità, contribuisce a distogliere pensiero, tempo ed energie ad altre iniziative di mobilitazione, per esempio
        – per esempio-
        di carattere comunicativo a risonanza nazionale.

  • Paola says:

    Buongiorno,
    avrei due cose da proporre: la prima è quella di iscriversi tutti a questo fondo pensione complementare FON.TE facendo spendere ai nostri titolari un po’ di soldi. Giusto per darsi una mossa!
    La seconda cosa che vorrei proporre è: lavoro da remoto anche per noi farmacisti e non farmacisti.
    Corsi ecm, corsi antincendio….durante l’orario di lavoro, come già proposto, ma anche stando a casa.
    Di corsi ecm on line ce ne sono tanti. I crediti annui obbligatori sono 50? Quindi 50 ore di formazione.
    Siccome Maurizio Fantoni ha raccontato della buona offerta formativa di ADMENTA, di quante ore annue si parla? Giusto per fare un paragone con quello che ho proposto io.

    Poi una domanda: il rinnovo del contratto riguarda ogni lavoratore all’interno della farmacia? Anche l’addetto alle pulizie? Perché in tal caso vorrei divulgare il video dell’assemblea anche ad altri.

    Grazie

    • redazioneblog says:

      Ciao Paola
      Iscriversi a FonTe è un’idea conveniente di per sè, per le nostre future pensioni, e ha anche come effetto collaterale quello che dici tu.
      Riguardo al rinnovo del contratto, riguarda tutti i dipendenti diretti della farmacia, mentre quelli in appalto (chi fa le pulizie non sempre è assunto direttamente, spesso dipende da una ditta esterna) hanno un altro contratto nazionale.
      Admenta come tutte le aziende private o municipalizzate che gestiscono farmacie considera le ore di formazione un investimento, e quindi fornisce ai suoi lavoratori tutta la formazione ECM obbligatoria, ma non tutta in FAD. I corsi che fai però li organizzano loro, non li scegli tu tra quelli free.

  • Marco says:

    Buongiorno a tutti. In merito allo sciopero l’istituzione che lo può proclamare è il sindacato. Ragionevolemente
    convoca tutti gli iscritti al sindacato; il punto è: quanti sono i farmacisti iscritti? Mi sono sempre disinteressato al sindacato quindi non devo tesserne le lodi o farne pubblicità. Ma ho maturato la convinzione di iscrivermi poco tempo fa perchè diversamente organizzare una rappresentanza numerosa e partecipativa non è possibile.
    Se siamo in tanti si può fare anche una petizione come dice Andrea, ma l’impatto è diverso se FILCAMS (unica partecipare alla trattativa) porta un elenco di 10000 iscritti e non di 800 come all’assemblea on-line. Così anche il singolo dipendente della piccola farmacia, impossibilitato a fare fisicamente lo sciopero, viene rappresentato.

  • davide says:

    Personalmente non sono riuscito a convincere i miei ex colleghi a rifiutare di aderire ad un assurdo e ridicolo percorso formativo che i miei ex tiolari avevano organizzato sotto la guida di una società di consulenza imprenditoriale da loro ingaggiata.
    Risultato : io ,unico licenziato in tronco per giusta causa e giustificato motivo, senza preavviso e dopo 16 anni di lavoro in quella farmacia ,unico dipendente di 7 con famiglia e figli.
    Vogliamo insistere a scioperare ? Non è possibile avere un fronte compatto su decisioni vitali per la professione all’interno di una singola farmacia con dottori(e non )che lavorano a stretto contatto per decenni e pensiamo ad una adesione massiccia di farmacisiti che operano isolati da tutto e da tutti in migliaia di aziende sparse su tutto il territorio nazionale?
    grazie a tutti

    • redazioneblog says:

      Codesto licenziamento saremmo proprio curiosi di vederlo, perchè raccontato così sembra fantascienza, dal punto di vista formale e sostanziale.
      Ti si ribadisce però che a insistere per la proclamazione di uno sciopero sono stati un bel po’ di colleghi dalla platea all’assemblea, magari è il caso di farci una riflessione proprio per questo.
      Comunque se come dici tu non si riesce a fare fronte compatto è un nostro limite culturale di collaboratori, il nostro hashtag #farmacistiorganizziamoci tenta di affermare proprio la necessità di cambiare atteggiamento, che è un ragionamento più ampio della discussione riduttiva sciopero sì/ sciopero no.

  • Andrea says:

    La possibilità dello sciopero deve essere valutata con attenzione, poiché uno sciopero con adesioni basse è un boomerang per chi lo indice e per chi vi partecipa. Chiaro che è difficile in piccole aziende in cui il titolare è quotidianamente fianco a fianco con il dipendente, che il dipendente, spesso una donna e spesso in part-time, abbia il coraggio di scioperare. La manifestazione sotto il ministero della salute crea altri problemi: se tutti noi lavoriamo il sabato e molti anche la domenica, chi può avere il tempo di andare e tornare da Roma e poi presentarsi al lavoro? D’altra parte è giusto sensibilizzare Speranza, perché ha un potere sui titolari, visto che li paga, ed è attento al rinnovo dei contratti. Propongo quindi tre ipotesi di azione:
    1 Mandare al Ministro una petizione firmata da quanti più collaboratori possibili in cui si ricorda non solo la scadenza del nostro contratto, ma anche l’assurdità della nostra situazione (ereditarietà della concessione ai titolari con conseguente stipendio bassissimo, pagamento di un ordine anche se non possiamo essere liberi professionisti eccetera)
    2 Scrivere una lettera da parte del sindacato sugli stessi temi ad un giornale di larga diffusione (magari intitolandola “Cari maturandi, non iscrivetevi a Farmacia o CTF se non avete parenti che hanno una farmacia)
    3 Scrivere una mail su questi temi al programma 8 e mezzo, che già ha fatto un accenno alla nostra situazione nel momento di picco della pandemia. Si potrebbe proporre questo tema per una delle prossime puntate, magari con la partecipazione anche del Ministro.
    Per finire, ieri sono andato a pagare l’ordine: 140 euro, l’anno scorso erano 130. Qui il “rinnovo” l’hanno fatto. Probabilmente i 10 euro in più saranno per ripagare l’ordine dello sforzo di mandarci mail in cui riesce a parlarci per varie pagine dell’orgoglio di essere farmacisti senza mai citare il rinnovo del contratto.

    • redazioneblog says:

      Andrea, noi continuiamo a credere nella rappresentanza strutturata. Per costruire azioni sindacali bisogna starci dentro. Il sindacato non è un tutor. Delle ipotesi di azione se ne discute insieme, per farle insieme. Non c’è malessere rappresentabile se non sono disposti a rappresentarlo quelli che lo provano.
      La dinamica relazionale nelle piccole farmacie ci è nota, ma è anche meno vera di quanto si racconti. Di iscritti per delega ce ne sono in farmacie piccole e grandi, e non hanno più problemi degli altri collaboratori.
      All’assemblea del 18 comunque le proposte di sciopero sono venute tutte dalla platea

      • Luca says:

        Ben altro!!!! Il sindacato dovrebbe fare ben altro, non è vero Andrea?? Qualunque cosa faccia o proponga il sindacato, un farmacista con un’idea migliore arriva sempre, di solito che non comporti il suo proprio impegno per non scazzarsi col suo caro titolare.
        Così colleghi non ce la faremo mai.
        I titolari fanno i loro interessi mentre noi ci lamentiamo trastullandoci tra chiedere al Gabibbo di farci rinnovare il contratto e una petizione online. Intanto stiamo a 90 gradi perchè quell’infame con la nostra stessa laurea ma più soldi di papà non ci faccia storie per un pomeriggio libero.

        • Benedetta says:

          Andrea, qualche volta anch’io ho espresso un’opinione simile alla tua riguardo all’adesione a uno sciopero nelle farmacie private, ma ora come ora la frustrazione è ormai tale che ci sono colleghi che lo sostengono e che lo farebbero. Del resto, una qualche forma di mobilitazione visibile e partecipativa dei collaboratori di farmacia è necessaria se vogliamo quel contratto. Visibile e partecipativa. Possiamo pensare ad alternative concrete? Hai qualcosa da proporre che possa fare anche tu, anch’io e tutti i colleghi?

        • Andrea says:

          Guarda Luca, se c’è da fare uno sciopero io lo faccio solo che so che credo che non lo farebbe quasi nessuno e sarebbe un autogol. Secondariamente, se tu confondi il Gabibbo con 8 e mezzo o con una petizione al ministro firmata da molti collaboratori, forse qualche riflessione la dovresti fare. Comunque non importa, resto in attesa di sentire la tua proposta, almeno io ne ho fatte tre.

          • redazioneblog says:

            La Filcams pure ne ha fatte. Intendiamo andare coi camici sotto al Ministero per sostenere il documento sui mancati rinnovi inviato al Ministro, cosicchè se ne ricordi bene quando parla di Remunerazione e Convenzione, visto che per le dichiarazioni fatte da Cossolo appena rieletto sono temi ineludibilmente legati.

  • davide says:

    Un esempio di strumento di pressione su Federfarma potrebbe essere quello di sospendere il pagamento Enpaf e /o ordine sino al rinnovo del contratto..naturalmente con una posizione ufficiale del sindacato che rappresenta i collaboratori di farmacia privata.
    Sarebbe un segnale importante di protesta senza per questo mettere in crisi le singole farmacie e soprattuto i rapporti tra titolari e dipendenti….
    I due organismi in questione ( Enpaf e F.O.F.I.) sulla carta accolgono gli interessi di tutta la categoria,ma nella pratica la situazione è ben diversa:
    in particolare Enpaf è di fatto la cassa pensione dei soli titolari e ai vertici della F.O.FI non mi risulta ci sia mai stato un collaboratore.
    Ancora grazie.

    • redazioneblog says:

      Ciao Davide.
      I farmacisti sono professionisti sanitari, il pagamento dell’Ordine non è facoltativo. Per non mettere in crisi il rapporto col tuo titolare preferiresti mettere in crisi il rapporto con la tua professione? Sarebbe una scelta abbastanza particolare. Non è l’Ordine che non vuole aumentare gli stipendi, è proprio il sindacato dei titolari cioè Federfarma. I rapporti li mette in crisi prima di tutto questo fatto, non credi?

      • Luca says:

        Per veder riconosciuta la tua professionalità tu vorresti protestare facendoti cancellare dall’Ordine? Per fare dispetto a Federfarma? Ah. Però. Ma è un’ IDEONA!!
        Invece intanto sei sempre andato a votare alle elezioni del tuo Ordine provinciale, vero? E solleciti sempre i colleghi a farlo, o no? Perchè a FOFI e Enpaf ci si arriva da lì, e da nessun altrove.
        Continuiamo a sfogare malumori qualunquisti senza impegno, che intanto Federfarma fa i suoi interessi organizzati come sempre

  • davide says:

    Il diritto allo sciopero è sacrosanto; purtroppo però nel settore delle farmacie private è un’arma di fatto inutilizzabile: troppe le vie “collaterali”con le quali i titolari possono rivalersi su noi dipendenti.
    I titolari di aziende con pochi collaboratori hanno sempre il coltello dalla parte del manico.
    Dal mio punto di vista è necessario trovare strumenti di pressione alternativi allo sciopero,magari meno clamorosi e drastici ,ma forse più utili.
    Grazie

    • redazioneblog says:

      Prendiamo atto del tuo punto di vista, come degli altri. Come accennato all’assemblea da Antonella Protopapa, su questo tema andrà fatta un’analisi più approfondita. I commenti della sera del 18 giugno spingevano in questa direzione.

  • Patrizia says:

    Buongiorno. Ho seguito l’assemblea e l’ho trovata molto interessante. Mi ha lasciato senza parole il fatto che ci sia questa disomogeneità nell’applicazione di norme basilari di sicurezza nel nostro settore considerato comunque ad alto rischio.
    Nello specifico, ad esempio, io lavoro in una farmacia privata in provincia di Modena.
    Chiedevo se siamo tenuti a riprendere servizi come autoanalisi ed ecg che richiedono una distanza inferiore al metro e, nel mio caso, vengono svolti in uno stanzino di circa 4/ 5 metri quadri senza finestra. Non abbiamo infatti ricevuto modalità di comportamento né da Federfarma né dall’Ordine.
    Posso rifiutarmi di eseguire tali servizi?
    Pressione e autoanalisi sono servizi tutto sommato più “veloci” e posso allontanarmi dal paziente , ma l’esecuzione di un ecg con l’applicazione accurata degli elettrodi richiede di stare molto vicino al paziente e comunque di rimanere nello stesso ambiente fino all’invio definitivo del tracciato…
    Grazie a tutti

    • redazioneblog says:

      Ciao Patrizia, la disomogeneità di cui parli ha colpito molto anche noi, come raccontato anche all’assemblea la stiamo denunciando dal mese di marzo, a livello nazionale e anche nei territori.
      Le cose si possono fare valutandone i rischi nel DVR e chiedendo a Rspp e medico competente di indicare quali DPI siano necessari (e il titolare deve procurarli e pagarli) e quali procedure. Tante farmacie hanno sospeso i servizi nella prima metà di marzo e non li hanno ancora ripresi. Chi ha ricominciato a fare i servizi a distanza ravvicinata spesso ha avuto prescrizione di mascherine ffp2, sovracamice di tnt da buttare a ogni fine turno e guanti. L’aerazione degli stanzini di solito senza finestre dove si fanno queste cose è un problema diffuso, anche su quello va interpellato il RSPP che in base alle caratteristiche strutturali e dell’impianto di aerazione suggerisca soluzioni tecniche e/o tempo di permanenza massimo del paziente. Dopodiché se una cosa richiede più tempo di quello prescritto, o non vi danno i DPI etc , vi potete rifiutare di farla. Finché queste valutazioni dei rischi non vengono fatte, lo stesso.
      In assenza di DPI adeguati no elettrocardiogramma; e riguardo all’auto analisi, potresti stare fuori dalla porta aperta dello stanzino e dare istruzioni al paziente perché faccia da solo (che poi sarebbe anche sempre la normativa sull’auto analisi )

  • alessandra says:

    Buongiorno,
    ho seguito l’assemblea on line e vorrei fare una domanda.
    Come mai si è parlato di fare una possibile manifestazione per il rinnovo del CCNL davanti al Ministero della Salute e non davanti alla sede di Federfarma?
    La controparte è Federfarma, non il Ministro Speranza….anche perché il Ministro può cambiare, Federfarma no.
    Grazie anticipatamente per la risposta.

    • redazioneblog says:

      Ciao Alessandra. Abbiamo parlato di manifestazione al Ministero perché abbiamo scritto al Ministro qualche mese fa chiedendogli di intervenire per sbloccare questa trattativa, esattamente come ha fatto la FP riguardo al rinnovo del contratto della sanità privata. Sia le cliniche che le farmacie sono convenzionate col Ministero della Salute. Quando una associazione datoriale è completamente sorda al disagio dei lavoratori e piange miseria mentre continua a fare utili, se c’è un Ministero che li paga tutti i mesi si cerca di coinvolgere il Ministro, il nesso ci pare che sia piuttosto logico.
      E noi speriamo pure che il Ministro non cambi, tra l’altro, mentre gli chiediamo una mano per far cambiare atteggiamento a Federfarma

    • alessandra says:

      Grazie per la risposta ma per curiosità vorrei fare un’altra domanda: quando è stato fatto l’ultimo sciopero o manifestazione davanti la sede di Federfarma?

      • redazioneblog says:

        L’ultimo sciopero del settore farmacie private è stato proclamato da Filcams, Fisascat e Uiltucs per il 6 maggio 2016, quando il contratto era scaduto già da tre anni e Federfarma non voleva aprire la trattativa. Non prevedeva manifestazione nazionale ma provinciali.
        Nel 2012- 2013 per l’ultimo rinnovo del contratto Assofarm di scioperi con manifestazioni ugualmente provinciali ne furono fatti tre nel giro di poco più di un anno.
        In uno sciopero, contano i numeri degli assenti dal lavoro quel giorno con la causale sciopero. Un’associazione datoriale è sensibile al disservizio che gli si crea nei luoghi di lavoro.
        L’adesione nei due settori è stata sensibilmente diversa. I risultati, coerenti con questo dato.

  • Silvia says:

    Assemblea interessante, grazie a tutti.

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